Il segreto degli alpini di Giulio Bedeschi – Mursia Editore, libro sulla storia degli alpini, storia delle penne nere.
Gli Alpini raccontati da Giulio Bedeschi. La Storia del “segreto” delle Penne Nere. Fanfara degli Alpini.
Con cd audio Fanfara degli Alpini
Pagine: 260
Codice: 13144
EAN 978-88-425-3310-8
Collana: I libri di Giulio Bedeschi.
«Ecco il semplice, elementare segreto degli alpini: un sacro patto umano. È un’intesa profonda che passa da uomo a uomo sul filo della Penna Nera. Un patto umano che, quando nasce dal patimento condiviso insieme al sangue, non sa morire.»
Non finirà mai di stupire l’archivio di Giulio Bedeschi, che ancora una volta, a più di dieci anni dalla sua morte, offre pagine intense, vere e bellissime da leggere, sulla sua esperienza fra gli alpini. La nuova raccolta comprende non solo inediti e articoli pubblicati fra gli anni Sessanta e Ottanta, ma anche brani scritti al fronte e un documento storico eccezionale: il diario del Gruppo Conegliano, compilato giorno per giorno in Russia dall’allora sottotenente medico. Nei nuovi scritti scopriamo la vera storia di alcuni personaggi dei romanzi di Bedeschi e troviamo raccontata la vita degli alpini di ieri e di oggi, in pace e in guerra, anche negli aspetti più quotidiani: il mitico cappello, i canti e i cori, il mulo, l’Adunata Nazionale con la Fanfara degli Alpini. Sono pagine di denuncia e di memoria, che rivelano l’affetto di Giulio Bedeschi per i suoi alpini e, prima di tutto, la forza del loro segreto: il «patto umano» che li unisce in nome di una fraternità consolidata dagli orrori della guerra.
La splendida fanfara degli Alpini.
L’autore
Giulio Bedeschi, alpino, medico e scrittore, nasce ad Arzignano, in provincia di Vicenza, il 31 gennaio 1915. Nel 1940 ottiene l’abilitazione alla professione medica e frequenta la Scuola Allievi Ufficiali presso la Scuola Militare di Sanità a Firenze. Ufficiale medico, andò volontario prima sul fronte greco-albanese, poi, nel 1942, venne trasferito sul fronte russo dove, con gli alpini della Julia, visse la tragedia della ritirata che raccontò nel suo capolavoro Centomila gavette di ghiaccio (Mursia, 1963). Nel 1966 pubblica Il peso dello zaino, ideale continuazione delle Gavette, nel quale racconta le vicende dei reduci dalla Russia dopo l’8 settembre 1943. Nel 1972 dà alle stampe due nuovi titoli: La rivolta di Abele e La mia erba è sul Don. Negli anni Settanta e Ottanta cura per Mursia la serie «C’ero anch’io», monumentale raccolta di testimonianze di coloro che combatterono sui fronti della Seconda guerra mondiale. Nel settembre del 1990 torna in Veneto, a Verona, dove morirà nel dicembre dello stesso anno. Nel 2003 è stata pubblicata la raccolta di scritti Il Natale degli alpini e nel 2004 Il segreto degli alpini. Tutte le opere di Giulio Bedeschi sono edite in Italia da Mursia.
Recensione dal sito dell’Associazione Nazionale Alpini ANA sul libro di Giulio Bedeschi – La Storia delle Penne Nere e della Fanfara degli Alpini
“Dal momento in cui il magazziniere lo sbatte in testa al bocia giunto dalla sua valle alla caserma, il cappello fa la vita dell’alpino; sembra una cosa da niente, a dirlo, ma mettetevi in coda a un mulo e andate in giro a fare la guerra, e poi saprete”. Il cappello alpino Giulio Bedeschi (Arzignano, 31 gennaio 1915 – Verona, 29 dicembre 1990) lo calzò con i fregi del 3º artiglieria da montagna e nel 1942 fu trasferito sul fronte russo, come ufficiale medico della Julia, vivendo la tragedia della Ritirata e guadagnandosi due Croci di guerra al Valor Militare. In quei frangenti il sottotenente Bedeschi venne incaricato di tenere il diario della 13ª batteria, dove annotò azioni, eventi e nomi dei Caduti e da quel taccuino prese spunto per scrivere la sua opera più bella e famosa, Centomila gavette di ghiaccio. Un libro autobiografico, con molti nomi di fantasia ma che ripropone gli avvenimenti in modo preciso e racconta una tragedia che sembrava indescrivibile: “In questa storia la guerra è vista, per così dire, dalla parte dei morti, che non hanno conti da rendere né posizioni da sostenere”, scrisse Bedeschi. Il libro ebbe una vita travagliata: terminato nel 1945 venne riscritto poiché la prima stesura si perse nell’alluvione del Polesine del 1951. Penne Nere!
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